martedì 8 marzo 2022

"Restiamo umani"?

 

Credo sia di dominio pubblico, anche se attualmente in fase di invecchiamento, quella sorta di “enunciato performativo” o locuzione (non so quale definizione sia più esatta) a lui attribuita  divenuta celebre dopo la morte di Vittorio Arrigoni: «Restiamo umani».

Approvo personalmente l’attivismo politico e sociale di questo giovane ignominiosamente ucciso da terroristi islamici di matrice salafita.

Penso che Vittorio Arrigoni sia stato e dovrebbe essere un esempio, ancor più oggi in cui le cose vanno molto peggio di allora in tutti i sensi. Non ultimo il fatto che di antagonismo all’orizzonte non se ne vede. Prevale un allineamento non solo insulso, che sarebbe un complimento, ma proprio becero a dir poco.

Eppure quel «Restiamo umani» non mi convince e addirittura ne dissento.

La questione è che proprio perché siamo umani siamo capaci di calpestare il rispetto della vita, la tolleranza per le diversità e trascendiamo i limiti dell’accettabile scivolando nella bestialità consapevolmente e a volte, ma non sempre, anche senza rendercene conto.

Questo è l’”uomo”.

Capace di precipitare nell’abisso della più profonda brutalità o di innalzarsi nei più alti cieli dell’amore per il prossimo o nei più alti gradi di ciò che umanamente chiamiamo giustizia.

«Restiamo umani» come affermazione non basta. Occorre definire il senso di quale tipo o in quale modo siamo umani.

Occorrerebbe, forse, dire: «Restiamo umani che si rispettano, cooperano e si amano.».

Il problema è che questo modo di essere “umani” si apprende e per apprenderlo occorrono le condizioni e non è ancora sufficiente. Ogni tanto si dovrebbe ricordare a chi l’ha dimenticato cosa significa degenerare nell’altro modo di essere “umani”.

Ci si ricorda della propria bestialità soltanto quando ad esserlo sono gli altri. La “nostra” bestialità la rimuoviamo, soffriamo di agnosia e nel peggiore dei casi (quando fa comodo e la strategia lo richiede) facciamo finta che gli unici ad essere bestiali siano gli altri. Mi rendo conto che sembrano esserci contraddizioni, ma sono solo apparenti. Ciò che intendo dire è che capiamo la brutalità dell’essere umano, soltanto che giochiamo il gioco del riconoscerla solo all’altro fuori da noi.

I coloni negli ancora non esistenti Stati Uniti hanno perpetrato eccidi sistematici delle popolazioni che vivevano in quei territori. Prima ancora i conquistatori, leggesi invasori, delle americhe.

Tutti dal primo all’ultimo convinti di esportare civiltà o democrazia. Anche a distanza di secoli o soltanto decenni (il colonialismo del novecento è ancora un’ombra oscura alle nostre spalle) la bestialità è soltanto quella degli altri. E difatti in altre forme esportare civiltà e democrazia anche oggi ripercorre le stesse logiche e le stesse strategie: rimpiazzare la presunta inciviltà e bestialità degli altri con la propria. I milioni di morti hanno poca importanza perché la bestialità è quella degli altri.

Siccome è una realtà molto distante da noi nel tempo e nello spazio (ma non tanto in fin dei conti) chi dovrebbe saperlo fa finta di non sapere che le borghesie occidentali seguite e ruota dal potere ecclesiastico hanno cercato di assoggettare la Cina per controllarne l’economia e appropriarsi di quei territori. Affaroni che tra oppio, commerci e risorse avrebbe arricchito tutto l’occidente.

Questi tentativi di smembramento e di conquista dell’impero cinese nell’ottocento hanno prodotto milioni di morti. Ma ovviamente la bestialità era solo nel decadente impero cinese.

Qualcuno inorridisce nel vedere nel grande freak show televisivo (direi anche massmediatico) l’invasione di Putin dell’Ucraina. Ma, di nuovo, ovviamente la bestialità è quella degli altri.

Si portano all’evidenza le bestialità degli altri (il Web è pieno di queste informazioni). Federico Rampini espone come un trofeo, come la testa mozzata di Saddam Hussein) le oppressioni sanguinose di Stalin e Mao, ma  non ci sono operazioni contabili sul numero delle vittime perpetrate dall’anticomunismo. 

Tra queste andrebbero ascritte, tra l'altro, le vittime (cittadini inermi) cadute sotto le democratiche cannonate di Bava Beccaris. Ma il numero non ha dignità di menzione essendo molto esiguo, no?

Come?

Portella della Ginestra? Ma sì non vale la pena parlarne l'esecutore era un criminale gli americani e il governo italiano non c'entrano niente.

Perché ovviamente la bestialità è solo quella degli altri.

Potrei proseguire così anche con una certa dovizia di particolari per molto tempo.

Credo, però, che possa essere sufficiente per tornare al punto da cui ero partito.

«Restiamo umani».

Beh...se restiamo umani in questo modo le cose non credo vadano e di certo non andranno molto bene.

Forse è il tempo di cambiare quell’"essere" umani?

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