Un punto sulla guerra U.S.A.-Russia
Quando scrissi questo articoletto
https://umanitapolitica.blogspot.com/2022/03/percheputin-ha-invaso-lucraina-non.html
mi promisi di fare un punto sulla situazione nel momento in cui si fosse verificata qualche tipo di soluzione del conflitto.
Per dire la verità non immaginavo che passasse così tanto tempo e una soluzione concreta non c’è, ma si sono venute a creare condizioni di cui vale la pena scrivere qualche riga. Mi ritrovo ora, dunque, a cercare di porre qualche aggiustamento alle precedenti riflessioni. Per far questo affronterò la questione partendo da un discorso molto più ampio, e tornerò sul merito dell’argomento nella conclusione finale.
Premessa assolutamente necessaria: non mi sogno di sostenere Putin, peraltro mi sono già espresso in proposito nell’articolo citato, ma nemmeno lontanamente di difendere Zelen’skyj pur sapendo che viene ormai preso a “schiaffi” da Trump.
Occorre ricordare che questo losco figuro ( Zelen’skyj) ha preso il potere grazie al sostegno occidentale1, quando già erano anni che l’Ucraina bombardava il Donbas e i morti erano già migliaia, e non fece nulla per fermare il massacro, ma si è presentato (e si presenta) dall’inizio della guerra (anche se spinto dalle promesse americane) come il paladino ad oltranza2 del popolo ucraino accettando che venga massacrato pur non essendo in tal caso di regioni russofone e per interessi degli U.S.A. e della NATO (praticamente un braccio armato americano).
Inutile dire, ma meglio sottolinearlo, che è un’orrenda guerra dove non esistono né buoni né cattivi, ma la propaganda ha dipinto e tutt’ora dipinge Putin come l’unico criminale, mentre gli ideologi occidentali e i pennivendoli glorificano Zelen’skyj.
Si può aggiungere che nonostante tutto il criminale Putin non ha mai raggiunto la brutalità e la violenza di Netanyah, ma questa è un'altra storia.
Inutile dire, nuovamente, ma meglio sottolinearlo, che la propaganda insidiosa da ambo le parti ha reso, soprattutto inizialmente3, difficile (a livello generale) un giudizio del tutto neutrale rispetto alle vicende.
Una propaganda che in Italia era arrivata a usare persino cantautori come Roberto Vecchioni per addomesticare l’opinione pubblica balbettando di neneismo e distorcendone il significato. Lo scopo era di dimostrare che non stare da una delle due parti (Russia o Ucraina)4 era un atteggiamento pericoloso se non infantile.
Il problema è che il grande professorone Vecchioni aveva tralasciato di dire (forse non lo sapeva?) che il neneismo per Roland Barthes si contrapponeva al dogmatismo ed era concepito per realizzare il "neutro".
Ora, ribadisco ciò che ho detto in precedenza: non credo all’afflato umanitario di Putin5 a favore delle regioni russofone, ma devo aggiungere rispetto a quanto detto nell’articolo a cui faccio riferimento che di certo è entrata in gioco la pressione della Nato oltre ogni limite di tolleranza6. Non si tratta secondo il mio parere solo di questo, che implica ovviamente anche la sicurezza e la stabilità interna della Russia, ma di difesa economica nello scacchiere internazionale, dunque di capacità di controllo sull’economia mondiale in cui la Russia è ormai da oltre un ventennio profondamente radicata essendo ormai del tutto estranea a un qualche tipo di ideologia socialistica che potrebbe spingerla come in passato verso una marginalizzazione.
Si potrebbe obiettare che l’attacco al Donbas da parte di Kiev (leggesi NATO)7 possa essere stata una reazione all’annessione della Crimea da parte della Russia che a sua volta è stata, però, una reazione della Russia alla sottrazione (l’Ucraina) di una sua sfera di influenza politica e non dimentichiamoci (sempre) economica8. In tal modo diventa una reazione a catena senza fine.
Non credo nemmeno alla propaganda russa che giustifica l’intervento in Ucraina come diretto alla liberazione da un regime fascista, pur essendo sacrosantamente vero che spinte nazifasciste fervono in quel paese e che questo non è mai brillato per democrazia9.
Ma ci si può chiedere perché mai nessuno dovrebbe avere diritto a opporsi all’imperialismo americano? Quale ragione giustifica la postura rapace di tale imperialismo?
Non intendo qui discutere, al contrario, della ragioni degli Stai Uniti a fomentare una tale tragedia perché troppo complessa e che coinvolge strategie geopolitiche e dunque anche economiche che andrebbero esaminate con cura. In questo caso entra in gioco il rapporto con la Cina e la strategia di potere che vede il rafforzamento di determinate posizioni in vista di uno scontro diretto con questa potenza.
Faccio una semplice riflessione: se la Russia avesse perso tutto (Donbass compreso) gli Stati Uniti e la Nato si sarebbero fermati?
Non credo. Nella lontanissima ipotesi che fosse prevalsa militarmente la NATO l’imperialismo americano avrebbe dimostrato di poter imporre l'egemonia con la forza in qualsiasi parte del mondo e avrebbe avuto le risorse ideologiche non solamente economiche per imporre in un trattato di pace qualsiasi condizione alla Russia, come accade sempre verso i paesi sconfitti.
Ci si può [e ci si dovrebbe] chiedere da quale parte dovevano schierarsi i lavoratori ucraini. La mia risposta è che i lavoratori ucraini avrebbero dovuto difendere i loro interessi e se questi interessi si scontravano con gli interessi imperialisti del capitale la risposta era: né da una parte né dall’altra. È tanto difficile capirlo?
Col senno di poi a questo punto è doverosa una precisazione relativa non ai motivi che hanno spinto Putin a invadere l’Ucraina, ma alla scelta del momento. La risposta penso non possa essere che quella che ho già ventilato e accennato precedentemente e cioè che rimandare una reazione avanti nel tempo sarebbe stata (per la Russia) del tutto deleteria perché la NATO aveva ormai superato ogni limite di tolleranza.
Questa è la logica dei fatti non una netta giustificazione all’invasione russa pur considerando che Putin aveva già tentato varie volte di trovare un qualche tipo di accordo. Se non vi fosse stata malafede, che significa strategia, da parte delle potenze occidentali penso e sono convinto che un tale massacro si sarebbe potuto evitare.
Hegelianamente ci si potrebbe chiedere se ciò è accaduto perché erano giunti i tempi perché ciò accadesse.
Non intendo rispondere qui e la considero una pura provocazione, ma una riflessione vale la pena farla. Poteva reggere un equilibrio mondiale dove un solo e unico imperialismo potesse prevalere a discapito di tutte le altre potenze economiche?
Può imporre il comando una sola potenza egemonica senza nessuna reazione?
È ormai innegabile che chi ha sbagliato i calcoli non era Putin, ma l’imperialismo americano di conseguenza la NATO, e che la strategia si sia rivelata del tutto fallimentare col risultato di aver cagionato centinaia di migliaia di vittime.
E non solo. Il conflitto ha prodotto rotture nei fragili equilibri di potere sullo scacchiere mondiale che si vanno ricomponendo in architetture e configurazioni che parevano improbabili e che produrranno sicuramente una nuova forma di ordine mondiale dove il ruolo dell’imperialismo americano risulterà ridotto.
È vero che dal punto di vista puramente economico gli Stati uniti sono caduti in piedi ciò che hanno perso (dovrebbe essere chiaro) è la credibilità, nonostante Trump stia cercando di limitare il danno presentandosi da propugnatore della pace (daranno il nobel pure a lui oltre che a Obama?), e l’immagine di unica superpotenza mondiale.
Perché sostengo che gli Stati uniti sono caduti in piedi economicamente?
Si potrebbe dire che hanno guadagnato tre volte:
una costringendo l’Europa ad acquistare gas e petrolio da loro;
due incamerando tasse con la vendita di armi;
tre facendo pagare le loro armi (in sostanza la guerra) all’Europa attraverso quegli incassi.
Credo che oramai questo sia chiaro a tutti, anzi no.
Non sarà chiaro allo scemo etico10 e all’analfabeta funzionale11, ma spero a quel che rimane tolte queste aberrazioni.
In conclusione.
Chi ha perso completamente è l’Europa su tutti i fronti: equilibrio, stabilità (economica e interstatale), e capacità di agire a livello mondiale. Non che avesse molto di questo ancora prima, ma l’attende di certo un futuro ben più opaco di quanto già fosse.
Sono contento di questo?
No per niente. Credo che l’Europa potesse essere un esempio di grande civiltà, di cultura politica e di capacità produttive. Con tanta strada da fare perché nata già zoppa e carica di contraddizioni, ma potenzialmente importante. In questo conflitto si è rivelata, al contrario, per quel che era: un intruglio e non una sostanza che combinasse i diversi elementi in una nuova soluzione.
Non sono un sostenitore dell’appartenenza a un ente in cui identificarmi, la mia mentalità è quella internazionalista, ma devo confessare che mi sento in fondo un europeo, d’altronde le mie radici culturali stanno piantate lì e mi piacerebbe sentirmi europeo in un mondo di eguali.
1Per interessi esclusivamente occidentali: Nato e U.S.A..
2Disposto a mandare coercitivamente a morire i giovani anche quando è palese che la guerra è persa. Quando non esisteranno più diciottenni inizierà con i minori? Perché mai si dovrebbe difendere un personaggio del genere?
3A causa di una propaganda patetica e insulsa che ha illuso milioni di ucraini di poter combattere una potenza nucleare con un esercito immensamente superiore con qualche preghiera e qualche bottiglia di benzina https://www.youtube.com/watch?v=0J4-76TkdVc o facendo credere che Putin fosse pazzo e in fin di vita.
4Da notare che la questione non consisteva, come voleva la propaganda, scegliere di stare con l’invasore criminale o col popolo ucraino, vergognosa distorsione della realtà, ma se stare dalla parte del criminale imperialismo americano e con le ragioni (eventualmente) della Russia.
5Quando cito Putin prendo il suo nome come incarnazione del potere che gli è stato conferito e che rappresenta. Anche in questo caso ribadisco che Putin non è un uomo solo al potere e l’appellativo autocrate è improprio. Autocrate, secondo l’enciclopedia Treccani è colui che “esercita potere assoluto” (per esempio Stalin e Hitler). Personalmente metto in dubbio che Putin sia nelle condizioni politiche di esercitare tale potere. La repressione anche violenta degli oppositori (caratteristica che appartiene pure a Zelen’skyj ) non è sufficiente a imporgli il titolo di autocrate. Nessuno utilizzava questo appellativo sino a quando gli affari economici miliardari europei con la Russia non erano stati toccati.
6Se così non fosse perché l’Europa non ha mosso un dito per impedire i bombardamenti nel Donbas da parte di Kiev dopo migliaia di vittime? Si può anche rincarare la dose e dire che ciò è avvenuto sotto le spinte dell’occidente specie degli americani. Eppure l’occidente rappresenta la democrazia e la giustizia.
7Il professor Orsini ha spiegato che l’Ucraina rientrava già nella strategia geopolitica occidentale dal 1994
8Non ci si deve mai troppo allontanare dalle ragioni economiche che muovono i conflitti pur non essendo del tutto predominanti in alcuni casi (rari).
9Non ci si deve dimenticare che le ritorsioni all’annessione russa della Crimea erano iniziate da subito stringendo patti commerciali con l’Ucraina – si veda per es. https://www.ice.it/it/sites/default/files/inline-files/Gli%20Ostacoli%20al%20Commercio%20fra%20Unione%20Europea%20ed%20Ucraina.pdf – nonostante vi fossero gravi ostacoli per una futura adesione della stessa all’Unione Europea - https://www.youtube.com/watch?v=ukYv7WIOFNw – dichiarazioni più volte ribadite dall’ex presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker anche recentemente. In un certo qual modo paradossali dato che Juncker nel 2013 fu costretto a dimettersi a causa di uno scandalo per spionaggio e corruzione https://www.nanopress.it/articolo/scandalo-junker-i-politici-non-rubano-solo-in-italia/71040/. Nonostante la situazione interna del paese sia ulteriormente peggiorata con la guerra il processo è stato accelerato in barba ad ogni criterio imposto dall’Unione per l’ammissione. Faccio solo notare di passaggio che tra scandali, corruzione (in politica), riciclaggio, mafie e quant’altro l’Italia sta forse messa peggio.
11https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale.
Faccio notare di passaggio che analfabeta funzionale può anche essere letto come cretino funzionale cioè funzionale al sistema. Facile da controllare e manipolare in sostanza un “utile idiota”.