Fallacie


Cosa sono le fallacie?

Prima di entrare nel vivo del discorso permettetemi di illustrare due tesi di cui si coglierà in seguito il senso.

Tesi I

Possiamo sostenere senza tema di smentita che la cellula sia la base dell'esistenza e della vita. Tutti gli esseri viventi sono strutturalmente costituiti dalle cellule. Se riflettiamo sulla sua morfologia potremmo osservare un principio straordinario: la cellula è l'unità tra la vita e la morte. La vita e la morte sono contenute, potremmo dire, in modo materiale e non soltanto astrattamente o, se vogliamo, filosoficamente, nell'esistenza della cellula stessa così come avviene per tutti gli esseri viventi. All'interno della cellula infatti si trova un organo, il lisosoma, che provvede ad alimentare la cellula e quindi a conservarne la vita stessa. Se, però, le sostanze contenute nel lisosoma invadono la cellula la divorano e la uccidono. Vita e morte dipendono da un fragile equilibrio morfofunzionale che pare essere principio e fondamento stesso di tutta la biosfera propria del mondo da noi conosciuto: vita e morte come principio che governa l'esistenza.

Tesi II

Nessuno può dubitare che il fisico Antonino Zichichi sia un genio. Il fatto che il professor Zichichi sia scienziato di fama mondiale, fisico, matematico implica necessariamente che abbia doti mentali al di sopra dell'uomo comune. Nessuno può essere riconosciuto come scienziato di eccezionale livello senza essere a fortiori un genio. Non può darsi anche per pura logica l'esistenza di un idiota che sia al contempo genio riconosciuto internazionalmente.
In questi ultimi anni il professor Zichichi ha dichiarato di essere convinto dell'esistenza di Dio non per semplice ragione di fede, ma per via scientifica. Egli ha anche affermato "Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio".
In questo breve articolo possiamo leggere le parole e la dimostrazione del grande fisico
riguardo l'esistenza di Dio. http://www.riflessioni.it/testi/zichichi.htm
Il procedimento logico del professore è incalzante e quasi implacabile al punto da convincere, forse, anche i più scettici, come solo può fare una mente geniale.

Cosa c'è che pare non funzionare nell'esposizione di queste tesi, che di per sé non presentano problemi di logica?
Vediamo…
Parliamo di un argomento che mi pare di estrema rilevanza e che quasi nessuno cita - quasi? Diciamo pure che pochi conoscono e forse chi lo conosce tace - nei milioni di discorsi più o meno sensati o insensati che incontriamo in rete: questo argomento va sotto il nome di fallacie. In realtà credo che esistano soltanto pochissimi siti, si contano sulla punta delle dita, che trattano questo aspetto essenziale del Logos, che comprende, ovviamente, sia il piano dialettico (in quanto metodo argomentativo vero e proprio) che quello della comunicazione digitale.

Le fallacie possono essere in generale di due tipi: formali e informali. Sono formali se c'è un difetto di tipo logico, per portare un esempio eclatante quello per cui la conclusione non discende dalle premesse. Le fallacie formali sono, da un punto di vista morale e psicologico quelle meno pericolose o insidiose. Potremmo dire che, tutto sommato, svelando in modo palese la stupidità del soggetto e queste recano danno lieve. Le fallacie informali sono, invece, estremamente pericolose e, se accompagnate da grande abilità e intelligenza oppure da ignobile cialtroneria e disonestà, possono scatenare "cataclismi" non solo intellettuali, ma condurre ad azioni tragiche (e non mi pare di esprimermi in modo iperbolico) .
Credo che possa essere ritenuto imprescindibile, soprattutto oggi (!), di fronte ai fiumi di parole che scorrono nei blog o sui media e dove ognuno sembra avere ragione… e dove in modo arrogante si tenta di annientare definitivamente l'avversario, soffermarmi principalmente su queste ultime. Ma non solo: in un sistema dove quel che conta è il prestigio del potere ottenuto attraverso qualsiasi mezzo perfido, immorale e disonesto direi che occorre per difendersi un'”attrezzatura” mentale solida e collaudata.

Le fallacie informali sono utilizzate strategicamente in modo consapevole e insidioso in moltissimi casi, ma non essendo un esperto, vi propongo la visitazione attenta almeno di questi siti per acquisire un po' di dimestichezza nel riconoscerle.
Tutti e tre i siti sono di grande rilievo e l'elenco è casuale e non in ordine d'importanza:
Difficilmente le fallacie si trovano pure e immacolate per far “bella mostra di sé”. Alcune strategie utili a “imbrogliare” i discorsi e che di solito fanno tutt’uno con le fallacie potrebbero essere del tipo: falsa bonarietà e serenità - utilizzate per catturare consenso e approvazione di sentimenti - oppure si sostiene la tesi di un avversario - ma in modo ambiguo - per dimostrare un'apparente tolleranza. Insomma, c'è chi, cercando il plauso di una condotta sensata, ottiene approvazione anche quando non c'è condivisione di opinione. E non sono pochi a sfruttare tali bieche strategie.

La prima tesi proposta è di mia invenzione e vi invito a cogliere la “fallacia” sulla quale è sostenuta. E a me pare abbastanza semplice.
Si consideri invece questo caso
Qui gli argomenti utilizzati sono particolarmente insidiosi poiché con falsa virtù si nasconde la conclusione alla quale si vuol far giungere il lettore. Il testo è anche stracolmo di vere e proprie assurdità in tutti i sensi sia filosofiche che storiche. E' sufficiente questo brano per mostrarne l’indecenza intellettuale. Le tesi esposte sono a tal punto strampalate da rendere impossibile una anche pur minima correzione che non occupi qualche decina di pagine di commento

teologi cristiani hanno dato molto alla filosofia, hanno permesso di superare i limiti in cui si era chiusa la filosofia greca: quelli della ragione. I concetti di volontà e di libero arbitrio, la riconciliazione tra anima e corpo, la possibilità per tutti di raggiungere la beatitudine che, in precedenza, era a mero appannaggio di filosofi e pensatori.

qui la questione non sta nelle assurdità delle nozioni (l'ignoranza a volte può non essere una colpa, tutt'al più una vergogna), bensì nel procedere del ragionamento che gioca su fallacie a volte addirittura becere. Intanto non è possibile inserire riferimenti storici filosofici saltando da un contesto ad un altro. Non è possibile mischiare questioni che non appartengono alla contemporaneità dei fatti come se fossero simultanei. Il giustificazionismo aristotelico del sistema sociale e politico all'epoca ellenistica non può essere giudicato attraverso valori e criteri propri della più prossima modernità. Tirare in ballo contro le tesi di Odifreddi questioni che andrebbero prima analizzate e contestualizzate e farle apparire confutazioni di quelle, quando semmai andrebbero dimostrate, è veramente oltre che ingenuo anche profondamente babbeo.

Purtroppo sono costretto a pubblicizzare queste aberrazioni internettiane per invitarvi a scoprire le fallacie contenute, ma -Parigi val bene una messa -
Dedicherò a questo tema anche il prossimo post entrando maggiormente in alcuni dettagli e dedicando un po' di spazio ad altri esempi.

Concedetemi ancora qualche riga di commento al caso, anche se le osservazioni che farò solleveranno più questioni di quante possano risolverne. (fallacia per asserzione presupposta. Eh...capita di usarne) 
Torniamo dunque a rileggere

Tralasciamo il dilemma dell’effettiva storicità della figura di Cristo e pure l’altro dilemma della storicità del racconto dei vangeli 1 perché non hanno rilevanza sul piano logico. Per il ragionamento seguente potrebbe pure darsi la premessa che siano veri, cioè scientificamente fondata l’esistenza del Cristo e la dimostrata realtà dei fatti narrati nei vangeli, oppure il contrario - nessuna delle due avrebbe rilevanza - quel che resterebbe da dimostrare, invece, sarebbe la funzione di avanzamento sociale, o se vogliamo il ruolo di sviluppo del sistema storico attuale, da parte del cristianesimo contemporaneo. Negarne il ruolo positivo nell’attuale fase storica non significa negare contemporaneamente quello svolto alle origini dalle prime comunità cristiane. Il cristianesimo primitivo ha, a mio avviso, svolto un ruolo positivo sostituendo all’individualità culturale diffusa all’epoca un senso di socialità e appartenenza ad un “noi”.

La comunanza e la condivisione, in altre parole la solidarietà, assursero a valore e fondamento dei rapporti sociali, nei rapporti tra i membri della comunità. E questo indipendentemente dalla effettiva realtà storica di Cristo in quanto persona fisica 2. Questo non significa che oggi il ruolo del cristianesimo conservi lo stesso valore di progresso, al contrario, credo che gli antichi rapporti poggiati sulla solidarietà si siano trasfigurati in passività e appiattimento dell’individuo, in semplice strumento in mano al potere ecclesiastico e che il senso di sottomissione richiesto al credente sia funzionale al reazionarismo religioso. Queste mie brevi osservazioni mostrano come ragionevolmente occorrerebbe procedere per argomentare un'asserzione, cioè dare collocazione storica ad un fatto (che lo si condivida o meno è tutt'altra questione), cosa che non avviene nel testo di cui ho proposto la lettura.

Quest'altro caso è sin troppo semplice, ma comunque esplicativo.


L'autore antepone alle argomentazioni l'autorità scientifica di Zichichi in modo smaccato al punto da risultare (a me!) irritante. Questa fallacia informale è definita “ad verecundiam” (ricorso all'autorità), ma potete divertirvi a scoprire tutte le altre. Lo stesso Zichichi nella sua affermazione "Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio" commette una fallacia addirittura banale considerando la presumibile capacità logica di cui dovrebbe essere dotato un uomo di scienza.
Si veda come esempio nel sito già indicato


3. ad ignorantiam
Inferire la verità di una proposizione dal fatto che non è stata dimostrata falsa, o viceversa. Esempi classici: "gli UFO esistono! Nessuno è riuscito a dimostrare definitivamente che non ci sono"; oppure: "la telepatia non esiste! Nessuno ha mai dimostrato che due persone possono essere telepati"

Un'altra curiosità è questo sito dedicato alla summa delle falsità filosofiche e delle farneticazioni psudoscientifiche: il creazionismo


Difficile trovarne un altro con la stessa densità di illogicità per cm2. Appellarsi a dio e alla Bibbia per sostenere le proprie tesi non significa elevare la miseria della propria filosofia ai vertici del divino (qualsiasi cosa possa voler dire “divino” escluso il significato di inferiore o suoi sinonimi)
Siccome questo mio scritto non è un saggio accademico, ma semplicemente una “chiacchierata”, posso permettermi di usare modi barbari nel dire ciò che penso: è mia convinzione che molti dicano stronzate sapendo di dirle!

Un ulteriore esempio è la più o meno nota affermazione di Simone Weil – dal male non può nascere il bene – sulla quale sarebbe possibile dedicare non solo pagine, ma addirittura volumi di considerazioni. Mi pare chiaro che l'assunzione anche sotto un aspetto del tutto pratico non ha fondamento - in quanto “affermativa”  di una realtà e non semplicemente euristica - poiché presuppone come vero qualcosa che è da dimostrare. Lo stesso valore logico potrebbe avere l'esatto contrario, cioè che – dal bene non può nascere il male.
Simone Weil tanto più è ingannevole anche verso se stessa se consideriamo che era di fede cattolica e cristiana. Ci si può chiedere p. es. perché mai Dio abbia procurato tanta sofferenza col il presunto diluvio universale. Qui sorge un problema non di poco conto e ci troviamo di fronte ad uno stranissimo dio e ad una morale ancor più assurda. Il ragionamento potrebbe essere: perché una distruzione del genere umano se procurata dall’uomo è un male mentre se procurata dal dio giudaico cristiano è bene? Cosa è “bene” e cosa è “male”? E perché un’azione può essere vista in un modo o nell’altro, e chi giudica qual è il modo “proprio” di intendere male e bene? Se l’umanità, secondo le scritture, era stata punita per la condizione di degenerazione morale alla quale era andata incontro, e la conseguente deviazione dal bene, e dunque soppressa per redenzione (toccherà poi a Noè ridare vita ad un'umanità senza peccato), perché da questo bene è risorto un altro male (l’umanità attuale)? Quale secondo voi ha maggiore valore di verità? La prima asserzione - dal male non può nascere il bene -  o la seconda - dal bene non può nascere il male?

Un’altra celebre fallacia che i più giovani di sicuro non conoscono e quelli un po’ meno giovani magari non ricordano, ma della quale val la pena parlare, è un ragionamento che in modo ricorrente soleva fare Gianfranco Funari nel programma A bocca aperta all'inizio degli anni '90.  Il discorso era questo: – se lei dovesse rivolgersi per i suoi affari ad un commercialista non gli chiederà a quale schieramento politico appartiene, si preoccuperà piuttosto di sapere se è competente, professionalmente preparato –. E seguiva la domanda – lei affiderebbe i suoi interessi ad un commercialista incompetente? –. Il ragionamento si concludeva nel seguente modo: – e dunque perché la scelta di voto dovrebbe essere diretta all’appartenenza ad un partito politico? Io scelgo la persona, non il partito –. Sappiamo com’è andata a finire con la competenza del Cavalliere neoliberista che aveva trasformato l’Italia in un’azienda personale. L’apoteosi delle fallacie politiche fu proprio quella dello stesso Cavalliere: il contratto con gli italiani e il milione di posti di lavoro che aveva promesso!

Per concludere questa brevissima esposizione mi pare interessante accennare ad un argomento in un certo senso correlato al discorso sin qui condotto, trattasi dei 38 modi indicati dal filosofo Schopenhauer sull'arte di ottenre ragione: Dialettica e argomentazione: aver ragione è ancora un'arte. Per usare le parole dell'autrice del testo al quale vi rimando "La dimensione spirituale evocata è dunque quella della gara e del conflitto, l’uso del termine è quello retorico, il contesto è quello intersoggettivo della disputa.", uno degli scopi in sostanza per il quale vengono utilizzate consapevolmente le fallacie.

http://www.ilgiardinodeipensieri.eu/artdida1/imperato-1.htm

1 La storicità del racconto dei vangeli era già stata messa in dubbio da David Strauss nel lontano ‘800. Il primo materialismo filosofico a partire da Feuerbach e dallo stesso Strauss daranno origine a una serie di  importanti dibattiti sulla religione e sull’autenticità delle scritture e della figura del Cristo.
Sembra essersi rinnovato dopo parecchi anni di silenzio un interesse verso la figura storica del Cristo. Le pubblicazioni e pure alcune disamine recenti sono numerose su internet, ma sembra che negarne apertamente l’esistenza storica sia criminoso.
Desta un certo interesse l’interpretazione storica di David Donnini

2 Mi pare onesto dichiarare che, per una certa parte, condivido il pensiero engelsiano espresso in “sulleorigini del cristianesimo” (scaricabile cliccando sul titolo).


Piccolo sito in cui è possibile consultare in modo schematico praticamente tutte le sterminate tipologie di fallacie. Consultabile in modo veloce e ordinato anche se non tutti i link sembrano funzionare.

http://www.argomentare.it/strumenti/fallacie/fallacie.htm

Divertente il dialogo tratto da Love is Fallacy

Ecco un estratto

«La logica - dissi schiarendomi la voce - è la scienza del pensare. Per pensare correttamente, dobbiamo prima imparare a riconoscere le comuni fallacie logiche. Cominciamo con quella che va sotto il nome di dictum simpliciter. Per esempio: allenarsi fa bene; quindi tutti dovrebbero allenarsi».

«Sono d'accordo, fa senz'altro bene».

«Polly - le dissi gentilmente - l'argomento è una fallacia. Allenarsi fa bene è una generalizzazione assoluta. Se sei malato di cuore, allenarsi non fa bene. A molti il medico prescrive infatti di non fare sforzi. Bisogna precisare le condizioni alle quali l'allenarsi fa bene. Si deve dire che allenarsi di norma fa bene oppure che fa bene alla maggior parte delle persone. Altrimenti si commette una fallacia di dictum simpliciter. Chiaro?»

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