Un
breve inciso per evitare equivoci.
Apprezzo
Massimo Polidoro per l’impegno profuso nella demistificazione delle
bufale. Operazione più che mai necessaria in questi ultimi anni in
cui la confusione su molti presunti misteri regna sovrana. Tante,
troppe sono le disinformazioni circolanti
in Rete per restare impassibili di fronte a tale scempio.
L’immaginario
popolare e non ha moltiplicato e riprodotto frottole (per usare un
termine gentile) come non si era mai visto e sentito. Inutile dire
che Internet con tutti i suoi potenti mezzi ha permesso e permette la
diffusione senza limiti aggiungendo confusione a confusione, sia
nelle faccende futili sia in quelle di
eminente importanza: dal cospirazionismo (complotti di tutti i generi
a volte molto gravi per l’effetto di alterazione della realtà)
alla pretesa delle pseudo scienze di
prospettare verità più alte e, passatemi il termine, antisistemiche
(perché la scienza è tutta e solamente al servizio del potere,
ovviamente, come se non esistessero “poteri” antagonisti tra
loro).
In
proposito anche una disamina minima
richiederebbe parecchio spazio, ma per
maggiore chiarezza faccio un breve accenno.
Consiglierei
intanto la lettura di questo articolo per
farsi un’idea della questione:
https://www.micromega.net/pandemia-postmoderna/
Cito
un estratto: «A
partire da un certo periodo il richiamo all’esame di realtà è
liquidato come residuo di positivismo. Da qui la sfiducia nei saperi
costituiti, nelle scienze esatte, in tutto ciò che è il cosiddetto
“pensiero competente”. Le conoscenze esatte vengono degradate a
miti condivisi e i miti rivalutati come forme universali di
conoscenza. Astronomia e astrologia, per esempio, divengono due
“tradizioni”, due tribù culturali con eguale dignità, benché
l’astrologia sia sicuramente più interessante, perché pre-moderna
e democratica, non chiusa alla pratica per le persone non
scientificamente competenti. Quindi, l’immunologo e l’idraulico
che si informa su facebook si equivalgono, ma del primo è bene
dubitare di più, con la sua pretesa antidemocratica di
oggettività.».
Cosa
accade seguendo la logica del “tutti hanno ragione”? Non
è più possibile dimostrare una “verità” per quanto relativa
possa essere.
E’
vero che non esistono verità assolute ed eterne, ma questo non
significa che non ne esistano. Il
fatto che si sia scoperto il cosiddetto entanglement
quantistico non
ci impedisce di misurare esattamente la velocità di un mobile
se conosciamo lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo.
Esiste una fisica che va oltre il conosciuto? Esistono veramente le
superstringhe e undici
dimensioni come propone una parte della fisica (si
veda a tal proposito Edward Witten)?
Non
penso che questi interrogativi possano rientrare
nelle competenze di ignoranti
come me e come tanti altri: cioè la maggior parte della popolazione.
Cosa significa che non posso parlare di niente? No, ma non ho la
pretesa di esprimere opinioni a riguardo.
E
perché mai chi non studia immunologia, virologia
o altre scienze dovrebbe avere la pretesa di giudicare ciò che è
vero e ciò che è falso in questi campi?
Tutt’al
più potremmo esprimere opinioni sull’uso politico delle
informazioni, ma questa è tutt’altra cosa. E comunque tengo a
sottolineare che resterebbero nel limbo delle opinioni a meno che non
si abbiano competenze sufficienti per discuterne in modo serio.
Allora
la verità esiste o no?
Risposta:
dipende. Esiste, ma può essere migliorata. In un dato momento può
esserci una verità che è migliore di altre (che non significa più
utile, come
vorrebbero i pragmatisti).
Quella è la verità. Pur non essendo né eterna né assoluta.
Ma
non è certo il singolo individuo a stabilire quale sia la migliore.
Quella è solo presunzione e arroganza. L’evoluzione e la storia
daranno le risposte.
Questa
confusione sulle verità crea a sua volta una confusione estremamente
grave (come
mette in rilievo Luigi Corvaglia nell’articolo citato):
l’antagonismo in questo senso crea il dogmatismo e trasforma la
critica in totalitarismo.
Peggio.
Confonde il vero antagonista in
un opinionista qualunque e la critica finisce per essere posta tutta
sullo stesso piano come se fosse stato realizzato il tanto decantato
sincretismo antagonista molto caro ad Hakim Bey (si
veda per es. Millenium) tanto per fare un nome.
Dove
tutto è confusione non esiste più critica ponderata o complotismo e
diventa facile in tal modo reprimere il dissenso. E' sufficiente
etichettarlo come impostura. La notte dove tutte le vacche sono nere.
Passo
alla questione centrale.
Dopo
aver visto su Youtube due specifici
video
del noto Massimo Polidoro non
sono riuscito a resistere alla
loro critica.
I
due video sono
rispettivamente:
https://www.youtube.com/watch?v=CwErwnTMbl0
https://www.youtube.com/watch?v=LZ5fUhCzwXA
Sono
due interventi estremamente delicati (nel senso che sarebbe stato
meglio non cimentarsi, da parte sua, ad affrontarli) che implicano
(non è un termine scelto a caso) non solo scenari politici
complessi, ma anche visioni e ideologie economiche e politiche divise
da enormi spartiacque che scivolano in terreni paludosi in cui si
rischia non solo di uscirne con difficoltà, ma addirittura di
restarne impantanati e non uscirne affatto.
Cercherò
di essere il più breve e conciso possibile pur sapendo che ciò è
quasi impossibile.
Inizio
dal primo, ma non per qualche ragione particolare.
Il
dottor Cottarelli è un “rappresentante” di una concezione
economica e politica molto specifica di cui si conosce bene
l’appartenenza. A questo riguardo mi chiedo: «perché intervistare
proprio un personaggio di questo tipo?».
Credo
che solo
per la ragione che il FMI ha determinato (nel senso pieno del
termine. Avrei potuto usare la parola imposto) scelte politiche ed
economiche discutibili e dubbie, gli effetti credo non siano
affrontabili in questa sede,
sarebbe stato meglio non tirarlo in ballo.
Forse
si potrebbe chiedere alla popolazione greca cosa ne pensa del FMI o
ad altri paesi, per esempio l’Argentina.
Sarebbe
possibile fare un elenco interminabile di citazioni, ma siccome
questo elenco prenderebbe in considerazione dati alternativi
al
mainstream,
mentre
intendo abbordare il discorso da un lato diverso,
mi
limito
a segnalare due scritti
abbastanza
superficiali.
Il primo è un articolo abbastanza banale, l’altro è tratto da una
piccola tesi:
https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-05/ammette-sono-stati-commessi-183544.shtml?refresh_ce=1
https://tesi.luiss.it/3250/1/mutone-tesi-2009.pdf
[pag. 44]
Personalmente
credo poco ai
tardivi
pentimenti.
Assomigliano tutti
un po’ alle lacrime di coccodrillo della professoressa Fornero. Ma
tant’è.
Per
quanto riguarda l’attendibilità delle misure
economiche degli ideologi della scienza economica borghese sarebbe
richiesto uno spazio di cui qui non posso disporre. Per questo motivo
affermo aprioristicamente che ogni terapia e medicina economica messa
in atto da chi cerca di tenere in vita questo sistema guarda
caso produce sempre effetti che
tengono in vita sempre gli stessi (speriamo non siano immortali) e
sacrifica i sacrificabili.
Ecco...forse
se si fosse cercato di intervistare un luminare dell’economia
(categoria a cui non appartiene Cottarelli) un pochino più
attendibile e meno schierato, forse, l’intervento sarebbe stato più
interessante.
Mi
perdo ancora a esaminare superficialmente una risposta del tutto
arbitraria e banale del dott. Cottarelli, che dice più o meno così:
«negli anni ‘80 non avevo l’artrite e
non mi faceva male la spalla
destra.».
Allora...non
intendo essere maleducato verso il dottor Cottarelli, ma potrei
esserlo.
Intanto
il linguaggio è demagogico. Sarebbe stato meglio dire non avevo la
spalla dolorante, ma è chiaro che dovesse usare un linguaggio
idiomatico (dunque popolare). L’intervento
demagogico del Cottarelli prosegue poi in modo ancora peggiore.
Qualche
giorno fa, ma non per finzione (o funzione) letteraria, avevo tra le
mani una fotografia che mi ritraeva all’età di 27 anni (ora ne ho
67
purtroppo) seduto su di uno scoglio abbracciato ad una carinissima
ragazza dagli occhi azzurri. Potrei dire che la mia nostalgia per il
passato non riguarda il fatto che allora
non avevo “male” alla
spalla (di cui soffro in
questo periodo, purtroppo),
ma per ben altri motivi,
com’è facile immaginare.
Ma
se l’appunto fosse tutto qui sarebbe solo una banale battuta come
quella del dottor Cottarelli, che può suscitare ilarità solo se
fatta dal dottor Cottarelli. In realtà se l’avessi fatta io
sarebbe stata ritenuta semplicemente un’idiozia (a ragion veduta).
La
questione è che il
dottor Cottarelli da buon
economista avrebbe dovuto almeno fare cenno ad alcuni dati economici
e sociali.
Faccio
solo un’osservazione: è vero che gli stipendi negli anni ‘70, e
mi limito all’Italia, erano in proporzione più bassi di quelli
odierni (anche a prescindere dal fatto che è avvenuto un declino
generalizzato dal 2008), ma negli anni ‘70 le famiglie non avevano
2/3 macchine di proprietà, cellulari del costo di 1,000€, computer
e televisioni ad ogni stanza. Beni voluttuari che letteralmente
“mangiano” una parte non indifferente del salario.
Non
prendiamo poi in considerazione altri parametri o criteri per
definire la “soddisfazione di vita”. Tema molto complesso.
Ora,
non sono certo io a disapprovare la concezione progressista della
storia, ma la valutazione del benessere è sicuramente molto più
articolata e composita (esistono fiumi di analisi in proposito) da
ciò che se ne può trarre dalle banali affermazioni del dottor
Cottarelli, che a me personalmente paiono chiacchiere da bar.
Un’altra
cosa mi ha sorpreso dell’almanaccare del dottor Cottarelli: le
affermazioni sull’”età dell’oro”. Mi spiace non avere lo
spazio per considerare come meriterebbe questo tema. Qualche
argomentazione in più potete leggerla qui:
https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/05/redenzione-e-utopia.html
Intanto
non si può e non si deve confondere il mito in questione con la
semplice e ordinaria idea di qualche elemento culturale di tipo
nostalgico. Mi piacerebbe, tra le altre cose, consigliare al dottor
Cottarelli l’ascolto di questo podcast:
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/Fahrenheit-del-08022022-a2fad58a-c98f-4996-954d-030704106cd6.html
E
non da ultimo questo testo (ma ne esistono innumerevoli):
https://www.ibs.it/redenzione-utopia-figure-della-cultura-libro-michael-lowy/e/9788833906492
Michael
Löwy in questo testo mette in rilievo l’importanza che il mito
messianico ha avuto nel corso del xx secolo.
Si
potrebbe specificare: in una forma d’interpretazione atea figure
quali Gustav Landauer, Ernst Bloch, Giörgy Lukács, Erich Fromm e
molti altri è da ritenere abbiano influenzato la critica
anticapitalistica perpetuando una tradizione di salvazione, o, si
potrebbe definire, di conseguimento di una condizione di libertà, di
cui è ben difficile datarne gli albori e l’origine.
Detto
in parole poverissime.
Che
è, però, ben altra cosa di quella che intende far passare il
“nostro” Cottarelli.
E’
assurdo e insulso rigirare la frittata scambiando un concetto per un
altro.
Il
mito dell’età dell’oro è un discorso serio e le battute che si
vorrebbero umoristiche sono semplicemente vacue e capziose.
Non
so quanto possa esserci di vero nelle teorie che vedono un filo rosso
nella tradizione salvifica giudaico/cristiana che portano sino al
socialismo e a Marx (mi pare condivise anche dal filosofo Umberto
Galimberti), ma con qualche artificio speculativo quasi tutta la
filosofia politica e sociale (e forse non solo) occidentale potrebbe
esservi ricondotta.
Soltanto
per fare un inciso: il mito dell’età dell’oro ha origini che si
perdono agli albori dell’umanità. Ridurre un argomento tanto
rilevante culturalmente a un’affermazione vaga e insignificante è,
come minimo, ambiguo. La nostalgia per il “tempo perduto che non
ritornerà più” ha anche un connotato antropologico oltre che
culturale, Credo che se si vuole trattare in modo serio tale nozione
non la si possa utilizzare in un discordo sull’economia, tanto meno
da un personaggio non “addetto ai lavori”.
La
stessa cartografia Tolemaica nasce in Egitto e giunge sino al
medioevo trasmettendo la “cognizione del mondo” che era propria
di quel paradigma che porta con se il bisogno imprescindibile di
redenzione. la nostra cultura, forse addirittura tutto il pensiero
utopico, potrebbe essere ricondotto al bisogno di redenzione.
Credo
sia importante rilevare che la cartografia, potente portato culturale
in secoli di storia, non era una scienza sino al ‘400. Le mappe
avevano un valore religioso e cosmologico in cui i luoghi venivano
rappresentati secondo la fantasia e le teorie che più soddisfacevano
un “universo simbolico” dominato (e controllato) dall’ideologia
cristiana. Il paradiso terrestre era parte costitutiva della
cosmografia e nell’immaginario, una sorta di luogo beato e felice
collocato oltre le terre conosciute, solitamente su un’isola più o
meno presente in tantissime culture e tradizioni.
Ribadisco:
se vogliamo parlare di “nostalgia” e di “età dell’oro” lo
si dovrebbe fare in modo ponderato e corretto.
Qualche
mia considerazione in proposito si trova qui:
https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/05/redenzione-e-utopia.html
Per
concludere: non riesco a cogliere cosa ci sia di scientifico nella
“chiacchierata” del dottor Cottarelli e per quale ragione
dovrebbe essere considerato un intervento di debuncking in
qualsiasi senso lo si voglia intendere. Debuncking di cosa?
Perché non sa cosa sia Bilderberg?
Di
certo non è un covo di rivoluzionari o di complottisti, ma basta
dare un’occhiata ai membri che ne fanno o ne hanno fatto parte per
capire che di certo non si può dire facciano gli interessi della
working class.
Sempre
“guarda caso” è stata fondata da un noto “proletario” che
all’appello risponde al nome di Rockefeller che per pura
coincidenza (?) è lo stesso nome che ha fondato la Commissione
Trilaterale. Di cui il dottor Cottarelli, ovviamente (e perché
dovrebbe), anche di questo non sa nulla. Ma che ci stava a fare
nell’intervista se non risponde nemmeno a una domanda?
Di
certo il Gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale non sono
state fondate dai “discepoli” del notissimo satanistai
magari massone e cospirazionista giudaico) Karl Marx al contrario il
problema era la paura della diffusione del comunismo.
E
a proposito di satanismo e amenità varie sarebbe interessante
demistificare
l’affermata bufala dei testi satanici contenuti in una certa
discografia.
Un
testo da cui trarre ispirazione è senz’altro questo:
https://www.libreriauniversitaria.it/taboo-tunes-musica-fuorilegge-blecha/libro/9788879663885
Vengo
alla seconda questione.
Mi
limiterò a qualche interrogativo a rischio di sembrare del tutto
retorico. Non credo debba giustificarne
i motivi.
Inizio
con uno
a caso:
Come
ha creato la Cina l’idea che il virus non fosse letale? Non c’era
nessun virus?
La
Cina aveva isolato Wuhan e si sapeva già da subito. Tutti sanno che
il medico che aveva scoperto il virus è morto per il contagio, ma
riescono a convincere che il virus non è mortale?
Strano.
La
mattina prima di entrare in ufficio ascoltavo Radio3 Mondo. Parlo del
gennaio 2020 già la prima metà del mese.
Si
diceva che il problema non era sapere se sarebbe arrivato il virus,
ma solo quando sarebbe scoppiata la pandemia anche negli stati uniti.
Analisti americani di alto rango sostenevano che la Cina aveva
adottato misure medievali, salvo poi applicare e replicare
successivamente le stesse misure, oltretutto in ritardo. Forse per
pure ragioni economiche utilitaristiche? Certo, che importanza può
avere la salute di milioni di presone a confronto della salute
economica americana, e di conseguenza del resto del mondo.
Tanto
che già Trump, mi riferisco sempre al mese di gennaio, aveva chiesto
al congresso 2/3 miliardi di dollari per affrontare l'emergenza.
Briciole, dicevano i Democratici, che sostenevano ne sarebbero
serviti almeno 7/8. Briciole, ovviamente, anche queste di fronte alla
tragedia a cui si stava andando incontro.
Ho
chiesto a Raiplay Sound la possibilità di ottenere i podcast a cui
mi riferisco.
La
risposta è stata questa:
Purtroppo
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Le
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Nel
tempo la nostra offerta verrà senz'altro ampliata sulla base dei
contenuti per i quali la Rai detiene i diritti di sfruttamento web.
Ti
ringraziamo per la preziosa segnalazione di cui terremo conto
nell'elaborare il nuovo piano editoriale.
Unico
motivo che mi impedisce di dimostrare quanto sto affermando.
Proseguo.
Impreparazione
di fronte a casi eclatanti già avvenuti come l’aviaria e la sars?
Impreparazione
o inefficienza e inerzia che derivano da burocrazia e politiche
indifferenti verso la sorte delle “masse”? Mah.
Mascherine
e aiuti non tradotti in realtà, cioè non recapitati ai destinatari,
dimostrerebbero un complotto e in qualche modo avrebbero lo scopo di
confermare che il virus non esiste? O sono semplicemente strategie
per esaltare l’immagine dei paesi implicati?
Distinguerei
tra propaganda e complottismo.
L’amministrazione
Bush aveva convinto il mondo che Saddam Hussein possedesse armi di
distruzione di massa che non sono mai state trovate. Propaganda o
complotto?
Sì
perché o è vera una interpretazione o è vera l’altra. Altrimenti
applichiamo due pesi e due misure.
Come
si legano le bufale sulla falsità dei decessi da covid ad un
complotto russo e cinese? Dove sono le prove?
Nel
processo penale vige la regola che l’onere della prova grava
sull’accusa. Non credo sia sufficiente un qualche proclama pur se
arriva da un rapporto dell'Unione Europea.
In
realtà, comunque, il capitalismo non ha bisogno di complotti in
generale e nel particolare per la riduzione della popolazione
mondiale perché è già per sé stesso il complotto che consiste
nella conservazione del sistema di riproduzione del profitto e di
conseguenza della propria esistenza a scapito di altri.
La
propaganda anti cinese in
questi anni recentissimi accusava
la Cina,
fautrice del 5G,
di essere il paese criminale che minacciava la salute mondiale
attraverso l’installazione delle
antenne necessarie.
Mai
sentita una voce del mainstream smentire la stravaganza che il
sistema 5G sia in qualche modo particolarmente dannoso alla salute. E
perché non il 4G?
Il
problema, tra l’altro, è stato considerato anche sotto un altro
aspetto, per esempio:
https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/5g-e-aerei-interferenze-reali-o-di-lobby-il-dossier-sul-tavolo-sullasstel/
Mettere
in difficoltà le “democrazie” occidentali contro una propaganda
decennale anticomunista che continua a ritenere la Cina un paese
comunista (sarebbe quasi divertente se non fosse un’idea perversa)
a me personalmente non pare un complotto, ma propaganda strategica.
Non molto lontana dalla propaganda di guerra. Utilizzata, tra
l’altro, in modo puntuale nell’intervento NATO contro la ex
Yugoslavia. Non parliamo poi dei democraticissimi paesi che hanno
usato i proiettili all’uranio impoverito sempre in quell’occasione.
Mi
preme soltanto sottolineare che i cinesi erano visti come gli untori
portatori del virus e che per strada la gente cercava di evitarli.
Isolare
la Cina comunista per indurre il suo governo a crollare è una
strategia che dura decenni e ci si meraviglia se ora questa difende
la propria integrità territoriale?
Sono
decenni che si cerca di screditare qualsiasi cosa abbia qualche
parvenza di comunismo e di certo i tormentoni non sono ancora finiti
nonostante tutto.
A
proposito degli approfondimenti leggo, p. es., qui
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52020JC0008&from=EN
soggetti
esterni e alcuni paesi terzi, in particolare Russia e Cina, hanno
avviato nell'UE, nel suo vicinato e nel resto del mondo operazioni di
influenza mirate e campagne di disinformazione incentrate sulla
Covid-19, con l'intento di boicottare il dibattito democratico,
esacerbare la polarizzazione sociale e migliorare la propria immagine
nel contesto della pandemia.
Unico
riferimento alla Cina, mi pare.
E
ci sono, ovviamente, anche punti di vista diversi da considerare che
andrebbero democraticamente tenuti in considerazione.
Mi
permetto, contrariamente a quanto dichiarato più sopra, di suggerire
un articolo di diverso stampo politico:
https://contropiano.org/news/politica-news/2020/05/14/la-nato-entra-in-guerra-contro-le-fake-news-0127930
Disinformazione
e complotto sono due cose diverse!
Proseguo:
https://www.repubblica.it/dossier/esteri/parlamento-europeo/2020/06/23/news/fake_news_ue_infodemia-259951041/
Ai
primi di marzo il regime cinese è in allarme, il mondo lo incolpa
per non avere tempestivamente lanciato l'allarme Covid. Partono le
contromisure. Pechino clona da Mosca una nuova forma di
disinformazione, cambia i suoi obiettivi: se in passato la propaganda
della Repubblica popolare era volta a far guadagnare consenso interno
alla sua classe dirigente, ora guarda all'esterno, cerca di creare
caos e mistificare.
Nutro
forti dubbi che in Cina si siano resi conto di questo fatto soltanto
in marzo quando in gennaio già si accusava il paese in questione per
aver nascosto il fenomeno del
contagio. Che la Cina possa essere ritenuta un paese dove vige un
regime dittatoriale è un conto che siano stupidi è un altro.
Che
la disinformazione si possa ritenere esecrabile non solo sotto
l’aspetto giuridico, ma anche sotto l’aspetto morale ed etico è
un giudizio sensato, ma come la stragrande maggioranza dei fatti che
riguardano le politiche geostrategiche il giudizio passa in un altro
piano.
Ribadisco
a rischio di sembrare noioso: disinformazione (di cui la CIA credo
sia la migliore rappresentante) e complotto sono due fatti diversiii
e
sostituire l’una con l’altro questo sì è fuorviante
Purtroppo,
non trovo altro termine, è in atto uno scontro che, invece,
non è fuorviante chiamare guerra fredda.
Per
portare un esempio:
https://www.youtube.com/watch?v=q9hEMAVHcIE
Stati
Uniti, Cina, Russia. Chi e come prevarrà fra trent’anni? -
Festival di Limes
Ci
si dimentica, intenzionalmente o meno, delle guerre a bassa intensità
degli Stati Uniti in sud-america. Per esportare una cosiddetta
“democrazia” sono decenni che queste geopolitiche mietono
vittime.
L’aiuto
strategico alle opposizioni in sudamerica, per esempio, nel tentativo
di abbattere il potere di Maduro per sostituirlo con un partner
affidabile fa parte di tutta la politica estera americana.
E
i tentativi di condizionamento americano sulle politiche europee?
Cosa accadrebbe all’Europa se un’improvvisa virata politica
allontanasse i governi dalla subalternità all’egemonia economica e
politica americana?
Cosa
accadrebbe in Italia se arrivasse al potere un governo che si
dichiarasse comunista? Sarebbe possibile?
https://www.limesonline.com/rubrica/la-basi-usa-in-italia
Non
è questa un’egemonia fondata sulla paura?
Ci
si indigna della disinformazione cinese, ma la subalternità ad un
altro paese è tollerabile e del tutto accettata.
I
negazionisti sono fomentati da occulti manovratori cinesi o forse
dalle destre che tentano strategicamente di indebolire i governi?
Ci
sarebbero anche una serie di altre questioni che richiederebbero un
approfondimento.
Per
esempio:
https://www.iltempo.it/esteri/2021/05/08/news/cina-terza-guerra-mondiale-armi-biologiche-coronavirus-virus-covid-usa-documento-rivelazione-27158792/
Il
discorso relativo alla Russia dello “zar” Putin potrebbe seguire
la stessa logica di fondo e potrebbe apparire soltanto polemico, e
dunque lo tralascio.
Faccio
solo un breve rilievo.
Le
strategie geopolitiche sono forse l’esempio più evidente del
razionalismo con cui vengono affrontate le questioni statali, ancor
più di quanto lo sia il metodo con cui vengono trattati i problemi
interni agli stessi dove i conflitti dell’arena politica sono
confusi, pasticciati e il più delle volte soltanto demagogici.
Rimando
alla lettura di questa mia breve recensione de Il Grande Gioco di
Peter Hopkirk che si trova in questo sito
https://navigarenellavita.wordpress.com/2015/11/27/il-grande-gioco-di-peter-hopkirk/
Se
si segue la logica di evoluzione della geopolitica russa non si trovano molte differenze strategiche tra la Russia zarista
quella sovietica e quella attuale, pur essendo cambiato profondamente
il contesto. Ciò che va colto è il senso delle scelte nello
scacchiere internazionale. D’altronde ancora oggi, come trent’anni
fa quando
scoppiò il disastro dell’ex Yougoslavia e ancora prima, gli
interessi per i Balcani (si veda la questione balcanica) e per la
Serbia da parte della Russia odierna restano più o meno inalterati.
Le
strategie geopolitiche hanno tutte lo stesso scopo: difendere gli
spazi egemonici, possibilmente espandere l’influenza, impadronirsi
di risorse
e proteggere quelle
che si hanno e l’unità
nazionale. Non è tutto qui, ma in poche parole questi elementi
muovono le geopolitiche di tutti i paesi. Figuriamoci quelle delle
principali
potenze
mondiali: Stati
Uniti, Cina e Russia.
Uno dei paesi più
arruffoni da questo punto di vista è senz’altro l’Italia.
In
sostanza in geopolitica non esistono buoni e cattivi. Esistono
strategie, utilitarismi e “vinca il più forte”. Qui è possibile
realmente comprendere l’idea di ciò che è e come si realizza il
“rapporto tra forze” che fonda la legge e l’ordine.
Il
fatto che ognuno a seconda delle ideologie e delle proprie preferenze
personali propenda per la vittoria dell’uno o dell’altro è
ancora una questione diversa.
Non
esistono americani buoni e russi cattivi. Esiste lo scontro
geopolitico e ognuno fa i propri interessi
e danni.
Ciò
che accade in Ucraina nel moneto in cui scrivo può essere un caso
esplicativo. Significativo è osservare che gli interessi di Russia e
Cina coincido forse più di quanto fossero con l’esistenza
dell’Unione sovietica nonostante le enormi divergenze politiche tra
i due paesi a dimostrazione del fatto che nello scacchiere
internazionale contano di più gli interessi generali di quanto
possano contare le affinità politiche interne.
È
inutile dire che ogni argomento affrontato qui richiederebbe un
lavoro monografico a sé dal
momento che, diversamente,
il
numero di off-topic
supererebbe
un normale grado
di tollerabilità.